CAPITOLO I: IL MAGAZZINO

1.5 GLI INDICI DELLE SCORTE

Gli indici delle scorte sono importanti perchè forniscono al management dati importantissimi su cui poi basare l'intera strategia aziendale. Infatti un livello di scorte eccessivo o insufficiente può generare nei casi più gravi il fallimento dell'azienda, o, nei casi blandi avere effetti indesiderati come: Problemi causati da scorte eccessive:

Problemi causati da scorte insufficienti come: ritardi nelle consegne, sottoutilizzo di risorse (personale e macchinari), rotture di stock.
Per una corretta gestione delle scorte non è sufficiente individuare il livello della scorta di sicurezza, determinare il lotto economico d'acquisto ed il punto di riordino, ma bisogna tener sotto controllo anche altri fattori importantissimi, se non vitali, per una oculata gestione come ad esempio il tempo in cui i beni sostano i magazzino (durata del ciclo di rinnovo).
Il parametro più utilizzato ed efficace per apprezzare la velocità di circolazione delle merci (durata del loro ciclo di rinnovo) è "l'indice di rotazione delle scorte".
Questo indica il numero delle volte in cui avviene il completo rinnovo degli stock in un determinato periodo di tempo.
Una volta calcolato tale indice bisogna interpretarlo tenendo conto delle caratteristiche dell'attività svolta dall'azienda e dei beni che essa tratta.
E' logico che un magazzino di una impresa che tratta prodotti deperibili (es. frutta) debba avere un indice di rotazione più alto di un'altra che tratti tutt'altra categoria di merce (es. giocattoli).
E' facile comprendere come si dia particolare attenzione a questo indicatore poiché un elevato indice di rotazione si traduce in minori capitali investiti in scorte, minori costi finanziari, minori costi di gestione del magazzino.
A contrario, un indice di rotazione basso comporta, oltre a quelli finanziari, altri inconvenienti economici rappresentati da "fattori di rischio" legati ad un eventuale ribasso dei prezzi di mercato e a mutamenti nella domanda (variazione delle preferenze dei consumatori).
Il calcolo dell'indice di rotazione può avvenire attraverso due modalità a seconda che si prenda in considerazione quantità fisiche o valori.
Il metodo che utilizza quantità fisiche è calcolato in base al rapporto tra le quantità vendute od utilizzate in un dato periodo di tempo e la quantità della scorta media registratasi nello stesso periodo.
Questa formula permette di calcolare la velocità di rinnovo di singole merci o di singole materie,oppure di gruppi di merci o materie che si possano esprimere quantitativamente con una comune unità di misura, ed è assai utile per individuare quali articoli tendono a sostare troppo a lungo in magazzino.
La scorta media si può calcolare in 2 modi:
  1. (metodo meno preciso)
    La semisomma della quantità esistente all'inizio del periodo (Si) con quella in rimanenza alla fine del medesimo (Sf)
  2. (metodo con approssimazione più precisa)
    Questo si ha dividendo per 13 la somma dell'esistenza iniziale (S1) e delle 12 consistenze rilevate alla fine di ciascun mese solare (S1+S2+....+S13).
Si preferisce questo metodo al primo quando si vuole fare un'analisi delle giacenze in magazzino ed individuare quali articoli tendono a sostare troppo a lungo in magazzino.
Per percepire il ritmo di rinnovo di magazzino a livello globale oppure con riferimento a gruppi di beni i cui quantitativi si esprimono con unità di misura differenti, è necessario calcolare l'indice di rotazione relativo alla generalità dei beni trattati dall'azienda o al complesso degli articoli che formano un dato gruppo merceologico.
A tal fine è opportuno rendere omogenei fra loro i dati esprimendoli in termini monetari, cioè di valore.
In tal caso avremo: E' ovvio che l'azienda parte dall'obiettivo di mantenere o migliorare l'indice all'interno della media di settore: questo si ottiene principalmente giocando sul tasso di rotazione.
Se il tasso di rotazione è basso si possono avere problemi di bassa movimentazione del magazzino che possono incidere sul flusso di cassa.
Se il tasso di rotazione è molto alto potrebbe generare rischio elevato di mancanza di merce da vendere.

1.6 IL PARADOSSO RELATIVO ALLA RIDUZIONE DELLE SCORTE

La 'filosofia' di gestione nota col termine Just-in-Time (JIT) mira ad ottenere una struttura gestionale nella quale le imprese acquirenti si riforniscano dei materiali di acquisto 'appena in tempo' per utilizzarli.
Un caso di applicazione "esasperata" di JIT è quello della Toyota, che si rifornisce dai suoi fornitori ad intervalli di 15-30 minuti.
In imprese come questa, l'obiettivo 'zero scorte' non è affatto un'utopia, ma una realizzazione concreta. Questo obiettivo non deve però essere perseguito a tutti i costi e in ogni caso: al di là degli evidenti problemi di realizzabilità pratica, tale condizione operativa può, infatti, non essere conveniente sul piano economico.
Nel definire le proprie politiche di approvvigionamento le imprese si trovano infatti ad affrontare un vero e proprio dilemma economico, dove la riduzione dei costi di mantenimento conseguente alla riduzione del livello delle scorte implica un lotto di acquisto molto basso, con conseguente aumento dei costi di ordinazione e trasporto.
D'altro canto, la minimizzazione dei costi di ordinazione e trasporto richiede un rifornimento in unica soluzione, con gravose conseguenze sul livello del capitale investito nelle scorte.
In altre parole si viene a creare un paradosso relativo alla gestione delle scorte. Questo è dato dal fatto che in una oculata gestione delle scorte bisogna conciliare 2 esigenze contrastanti: da una parte, mantenere alto il loro livello, per garantire il soddisfacimento delle esigenze aziendali (produzione, manutenzione,..) in presenza di possibi accelerazioni dei consumi.
Dall'altro, minimizzare il loro livello per ridurre al minimo i costi ad essi connessi. In pratica, errate politiche di gestione finirebbero con lo squilibrare il risultato della gestione finanziaria aziendale.


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